All’aeroporto di Roma Fiumicino due donne sono state arrestate per possesso di oltre 1.000.000 di euro in valigia. Il Ministero dell’interno ha avviato le indagini.

Durante la perquisizione sono stati trovati 800.000 euro e 286.000 dollari americani. Le passeggere non avevano rilasciato alcuna dichiarazione alle autorità doganali dell’aeroporto, sebbene fossero obbligate a farlo

2025-07-28 — Di Francesca Martini
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L’arresto avvenuto all’aeroporto di Roma Fiumicino ha destato notevole clamore, non soltanto per l’ingente somma di denaro trovata nelle valigie delle due donne fermate, ma anche per le modalità con cui il caso è emerso. Secondo fonti interne alle autorità aeroportuali, i controlli di routine hanno permesso di individuare anomalie nei bagagli che hanno insospettito gli agenti della Guardia di Finanza.

Le due passeggere, entrambe di nazionalità straniera, erano arrivate con un volo proveniente dall’America Latina. Gli ufficiali hanno deciso di sottoporle a un controllo più approfondito dopo che le donne hanno mostrato nervosismo durante la procedura doganale. È stato allora che le perquisizioni hanno rivelato la presenza di denaro in quantità molto superiore ai limiti consentiti.

In totale, le autorità hanno sequestrato circa 800.000 euro in contanti e 286.000 dollari americani, nascosti in compartimenti segreti delle valigie. Una cifra considerevole, che ha immediatamente fatto scattare l’ipotesi di un possibile legame con attività illecite di riciclaggio o traffico internazionale di capitali.

Il Ministero dell’Interno ha annunciato l’apertura di un’indagine ufficiale per chiarire l’origine del denaro e le finalità con cui sarebbe dovuto entrare nel territorio italiano. In una nota diffusa poche ore dopo l’arresto, il Viminale ha ribadito l’impegno nella lotta contro le reti criminali transnazionali.

Fonti investigative sottolineano che le due donne non avevano dichiarato nulla al momento del passaggio doganale, nonostante l’obbligo di segnalare somme superiori ai 10.000 euro. Questa omissione ha aggravato la loro posizione legale e potrebbe comportare accuse aggiuntive legate alla violazione delle normative doganali europee.

Gli esperti di economia illegale evidenziano come l’Italia sia spesso considerata un punto strategico di ingresso di capitali sospetti destinati a essere ripuliti attraverso circuiti commerciali o bancari. Episodi come quello di Fiumicino, pur non frequenti, confermano la necessità di intensificare i controlli su voli ritenuti a rischio.

Le autorità aeroportuali hanno spiegato che la collaborazione tra diverse agenzie di sicurezza, incluse la Guardia di Finanza, la Polizia di Frontiera e l’Agenzia delle Dogane, è risultata determinante. Questo approccio integrato ha permesso di individuare in modo tempestivo il comportamento sospetto delle due passeggere.

Nel frattempo, le due donne arrestate sono state condotte in un centro di detenzione temporaneo, in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice. I loro avvocati hanno preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali, ma fonti vicine alla difesa parlano di una versione dei fatti che escluderebbe collegamenti con organizzazioni criminali.

A livello politico, l’episodio ha generato reazioni contrastanti. Alcuni esponenti della maggioranza hanno sottolineato la necessità di rafforzare ulteriormente i controlli negli scali internazionali, mentre voci dell’opposizione hanno chiesto più trasparenza sulle modalità con cui viene gestita la sicurezza aeroportuale.

Gli analisti sottolineano che, oltre alla vicenda giudiziaria, casi come questo incidono anche sull’immagine internazionale del Paese, mostrando la determinazione dell’Italia nel contrastare i flussi finanziari illeciti. Un messaggio chiaro rivolto non soltanto ai cittadini, ma anche ai partner europei e internazionali.

Nei prossimi giorni si attendono ulteriori sviluppi dalle indagini, che potrebbero portare a scoprire reti più ampie dietro al trasporto del denaro. Le autorità non escludono che altre persone siano coinvolte e che Fiumicino sia stato soltanto il punto di arrivo di una catena molto più complessa di trasferimenti illeciti.